I documenti

I registri

I primi registri scolastici del Regno d'Italia avevano non solo lo scopo di dare una idea sintetica dell'ordinamento della scuola, ma anche quello di conservare dati statistici e notizie le quali assumevano importanza nella futura vita del cittadino, prima fra tutte la prova dell'acquisito diritto elettorale. I modelli di registro vennero precisati nel 1888 con il decreto sui programmi didattici. Il maestro riportava tutti i dati della classe: il nome e il cognome degli alunni, la paternità, la professione del genitore, i mesi di scuola, le assenze, i punti meritati in condotta e nelle singole materie, i risultati degli esami semestrali e finali, degli esami di riparazione e di promozione. Con i programmi del 1894 e le istruzioni del ministro Guido Baccelli il registro fu suddiviso in registro delle iscrizioni e registro giornaliero: in quest'ultimo era obbligatorio annotare le classificazioni degli alunni con voti da zero a dieci espressi in lettere, le assenze, la media mensile dei voti conseguiti in ciascuna materia. A questo si aggiunsero il registro degli esami di prima e seconda sessione e quello di proscioglimento dall'obbligo scolastico. Nel 1913 il nuovo regolamento sugli esami aggiornò il registro nella parte riguardante le classificazioni degli alunni, da assegnare alla fine di ogni bimestre, lo scrutinio bimestrale e quello finale. Nei registri che mostriamo in questa sezione, datati tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, si nota chiaramente che la scuola pubblica, ai quei tempi, era frequentata dai ceti meno abbienti. Chi poteva, assumeva un istitutore privato.

Scorrendo i registri, dove sono annotate le professioni o, meglio, i mestieri dei genitori ritroviamo lavori oramai scomparsi: il vetturino, il beccaio, il ramaio, il carbonaro e... il cicoriaro.

Con la riforma del 1923 il registro si chiamò Giornale della classe e nel 1927 il ministro Pietro Fedele pubblicò un modello, obbligatorio per tutte le scuole. L'insegnante vi doveva trascrivere l'elenco degli alunni, le condizioni della famiglia, i giorni di scuola e il numero delle lezioni. Oltre a ciò aveva l'obbligo di fornire risposte ad una serie di domande sulle condizioni dell'edificio scolastico, sull'aula, l'arredamento, la biblioteca, i sussidi didattici. Oltre a ciò si chiedeva il numero dei tesserati alle organizzazioni giovanili del regime o ad altre come la Dante Alighieri, la Croce Rossa giovanile, la mutualità scolastica, se la scuola possedeva l'apparecchio radiofonico, se aveva la bandiera, se si faceva il saluto e quando, quale era l'orario, quali i libri di testo, le feste scolastiche.

Seguiva poi la parte riservata alla programmazione didattica per gruppi di lezione da svolgersi nell'anno e, a seguire, la programmazione per ogni mese. Era obbligatorio rispondere se tutto il programma era stato svolto, o, se lo era stato solo in parte, occorreva dichiarare le ragioni.

Sul registro delle qualifiche degli alunni le annotazioni erano mensili, si esprimevano con lodevole, buono, sufficiente, insufficiente. Seguiva il voto annuo di profitto proposto dal maestro e quello di profitto accertato negli esami. Una parte importante del Giornale della classe era riservata alla cronaca e alle osservazioni sulla vita della scuola.

Crediti

Collaborazione

  • Museo della Scuola di Assisi

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Ultimo aggiornamento: 8 gennaio 2022