Le riforme

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Riforma 1859 - La legge Casati

La prima legge organica della pubblica istruzione in Italia fu la legge approvata con R.D. 13 novembre 1859 n. 3.725 dal ministro Gabrio Casati del Regno di Sardegna. Essa venne gradatamente estesa ed applicata a tutte le province a mano a mano che esse vennero a costituire il Regno d'Italia. La Legge Casati indicava i percorsi d'istruzione per garantire, da una parte, la formazione delle classi dirigenti e, dall'altra, dei ceti popolari. A tal fine divideva l'istruzione elementare (data gratuitamente in tutti i comuni) in due gradi, inferiore e superiore, ciascuno di durata biennale, anche se, in realtà, il primo ciclo comprendeva tre classi, poichè la prima era suddivisa in due sezioni. Il secondo ciclo si completava nei restanti due anni con la terza e quarta classe (che in realtà risultavano la quarta e la quinta). Nel grado inferiore, oltre ad impartire l'insegnamento religioso, si studiava la lingua italiana (la lettura e la scrittura) e l'aritmetica.Nel grado superiore si aggiungevano la calligrafia, la geografia, alcune nozioni di storia nazionale e di scienze. Le scuole erano classificate in urbane e rurali, a seconda della popolazione. Su questa suddivisione si basava la determinazione degli stipendi dei maestri.I bambini potevano essere iscritti dopo il compimento del sesto anno di età e frequentare la scuola fino all'età di dodici anni,limite previsto per l'obbligo scolastico. Le scuole comunali erano dirette dai rispettivi municipi che dovevano provvedere agli stipendi e alle altre spese. I maestri per poter insegnare dovevano essere in possesso della patente di idoneità ed erano eletti dai comuni per un periodo non superiore a un triennio, salvo conferma a discrezione dell'amministrazione comunale. Per formare i maestri e le maestre la Legge Casati istituiva la scuola normale dalla durata biennale, finalizzata al conseguimento della patente per esercitare l'insegnamento nelle classi elementari di grado inferiore e triennale per ottenere la patente per l'insegnamento nel ciclo superiore. Per quanto riguarda l'istruzione secondaria, alla quale la legge attribuiva una significativa priorità, questa veniva declinata su due segmenti: l'istruzione secondaria classica (ginnasio, 10-14 anni; liceo, 15-17 anni) el'istruzione secondaria tecnica (scuola tecnica, 10-12 anni; istituto tecnico, 13-15 anni). Soltanto chi avesse frequentato il percorso di istruzione classica avrebbe potuto accedere agli studi universitari (18-21 anni), con l'unica eccezione dell'indirizzo fisico-matematico dell'istituto tecnico che consentiva di accedere alle facoltà scientifiche. Con la legge Casati si istituirono due nuove facoltà universitarie, oltre a medicina e giurisprudenza: lettere e filosofia e scienze fisiche, matematiche e naturali. I limiti di una legge promulgata per un piccolo Regno ed estesa, successivamente, all'Italia intera, si ritrovano nella grande diversità e complessità delle condizioni culturali, economiche e sociali del territorio nazionale. Per questo motivo, l'istruzione statale rimase appannaggio dei ceti sociali più bassi, mentre le famiglie di rango elevato continuavano a scegliere l'istruzione paterna, impartita da precettori privati. Infatti, oltre a sancire, prima in assoluto, il ruolo normativo generale dello Stato in materia di istruzione, la Legge riconosceva e conferiva valore giuridico anche all'istruzione paterna e all'iniziativa dei privati nella fondazione e gestione di scuole.

Crediti

Collaborazione

  • Museo della Scuola di Assisi

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Ultimo aggiornamento: 8 gennaio 2022